Visualizzazione post con etichetta Sicilia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sicilia. Mostra tutti i post

martedì 16 luglio 2019

Macarons, ganache e pistacchio... Parigi - Bronte in un biscotto.


Non essendo io un’amante sfegatata della meringa, fino ad ora non ho avuto modo di postare niente che la riguardasse. In effetti una ricetta l’avevo fatta qualche tempo fa ma era una preparazione salata un po’ particolare, delle sfoglie di patata con meringa al pecorino e uovo marinato… un finger che mi ha dato molte soddisfazioni. Io comunque devo mettermi sempre alla prova e, siccome era da un po’ che avevo in testa i macarons, ho approfittato degli ultimi grammi rimasti da un barattolo di pasta di pistacchio de I Dolci Sapori dell’Etna per prepararli e farcirli. Devo dire che per essere il primo esperimento non posso lamentarmi ma soprattutto ho scoperto che il gusto è molto meglio di quello che mi potessi aspettare. Buoni, buoni, buoni! Non avrei creduto di poterlo dire! La ricetta dei gusci mi è stata concessa dal mio maestro personale, nonché marito, Nicola Musolino. E si, a volte (spesso devo dire, nel mio caso!) i mariti bisogna ringraziarli! È vero, forse non sono la cosa più facile da fare ma quando riescono (e questi vi posso garantire che sono a prova di imbranata come me!) sono davvero uno spettacolo da gustare! Pensate poi al figurone nel regalarli… chi non rimane incantato dalla bellezza? Insomma, io vi lascio la ricetta, voi però fatemi sapere i risultati appena li proverete a rifare… perchè io so che li proverete, ne sono sicura!



Macarons con ganache al pistacchio

Ingredienti

Per i macarons
200 g di albumi
375 g di zucchero semolato
200 g di farina di mandorle
60 g di zucchero a velo
Colorante alimentare idrosolubile liquido a piacere*

Per la ganache
400 g di cioccolato bianco (in dischi o tritato)
200 g di panna fresca
100 g di pasta di pistacchio

Procedimento

Per la ganache (da preparare la sera prima)

Scaldare la panna fino a portarla quasi ad ebollizione versarla calda sul cioccolato precedentemente messo in un bricco alto e stretto. Roteare leggermente il bricco in modo che il cioccolato sia completamente coperto dalla panna e lasciare riposare 2 o 3 minuti. In questa fase non mescolare né agitare il cioccolato assolutamente o il cioccolato farà fatica a sciogliersi uniformemente con il rischio della formazione di piccoli grumi.
Trascorso il tempo di riposo frullare con un mixer ad immersione fino a quando la crema non cambia colore uniformandosi e assume una consistenza liscia e vellutata. Unire la pasta di pistacchio, frullare ancora per amalgamare bene quest’ultima alla base di cioccolato e panna, coprire con pellicola a contatto e far riposare in frigorifero per almeno sei ore, meglio ancora tutta la notte.

Per i macarons

Setacciare insieme farina di mandorle e zucchero a velo per due volte. Scaldare gli albumi al microonde portandoli a 60°C, versarle nella ciotola della planetaria e montarle con lo zucchero semolato fino a formare una meringa lucida e consistente. Unire con la spatola le polveri, setacciate precedentemente, amalgamando bene, aggiungere poco alla volta qualche goccia di colorante fino alla colorazione desiderata sempre amalgamando al composto, formare dei dischi sul silpat e cuocere a 140°C in forno ventilato per 20 minuti. Estrarre dal forno e lasciare raffreddare bene direttamente sul silpat.

Montaggio

Farcire metà gusci con la ganache e coprire con l’altra metà formando così il macaron. 
Conservare in frigorifero, ben coperto con pellicola o in una scatola a chiusura ermetica.

*NB: la colorazione è a discrezione personale, ometterla non influisce sul gusto.



Grazie per essere passato. Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione sull'articolo quindi, se ti va, lascia un commento. Se vuoi lasciare anche un like come segno di apprezzamento mi faresti felice. A presto.

sabato 25 maggio 2019

Bronte in una fetta: pane, pesto e pistacchio.

La mia passione per i prodotti tipici non è una novità per chi mi conosce! Tutto quello che è territorio è sacro e va rispettato perchè le tradizioni della cucina italiana, che sia del nord, del centro o del sud, sono radicate comunque e sempre nei prodotti che quel territorio… quella regione offre. E senza tradizioni non ci sono origini né identità! “Noi siamo ciò che mangiamo” disse Ludwig Feuerbach e la tradizione culinaria italiana è radicata in piatti che sanno di buono e genuino, è innegabile! Il pane, per esempio! In Italia è la prima cosa che si porta in tavola persino nei ristoranti e non c’è pranzo, cena e, spesso, nemmeno colazione in cui non ci sia del pane ad accompagnare il pasto. E oggi di pane vi parlo! Un po’ particolare, per la verità! Si, perchè non è il semplice pane in cassetta ma è “aromatizzato”. In effetti ha già una sua identità se vogliamo dargli una definizione perchè tra i suoi ingredienti troverete del pesto e dei pistacchi! E i pistacchi buoni, quelli italiani sono, ovviamente, di Bronte! E in una delle tante mie girovaghe gite alla ricerca di sapori e profumi tipici, ho trovato, proprio a Bronte, un’azienda che produce e lavora il Pistacchio Verde di Bronte D.O.P., I Dolci Sapori dell’Etna…. Potevo non provarlo? Un barattolo di pasta di pistacchio e uno di pesto di pistacchio non vuoi prenderli visto che ci sei? Appena aperto il pesto i neuroni hanno cominciato a fare le capriole e mi hanno detto “pane”! E pane fu! Un pane in cassetta, soffice, morbido e gustosissimo, con tutto il sapore della Sicilia… quella buona, quella di un gusto che al mondo non se ne trova uguale! Ed è anche facile da preparare! Che volete di più?
 



Pane in cassetta al pesto di pistacchi e pistacchi di Bronte

Ingredienti:

500 g di farina 280 W
250 g di latte intero fresco
3 g di lievito di birra
7 g di malto in polvere
70 g di burro 82% mg
100 g di uova
10 g di sale
70 g di pistacchi
35 g di pesto di pistacchio
20 g di grana grattugiato
Un uovo per spennellare

Procedimento


Cominciare con il tritare a coltello grossolanamente i pistacchi e metterli da parte. Setacciare bene le polveri (farina e malto) nella ciotola dell’impastatrice, unire il lievito sbriciolato, il latte e avviare la macchina al minimo aggiungendo le uova leggermente sbattute. Impastare per 10 minuti a velocità 1-1 e mezzo. A metà impasto aggiungere il burro morbido e, successivamente, il sale. 
Quando si sarà formato un composto liscio trasferirlo sulla spianatoia e dividerlo in due parti uguali. In una unite, impastando bene, il pesto di pistacchi e il grana, nell’altra i pistacchi tritati fino a completo assorbimento in entrambi gli impasti. 
La macchina impastatrice facilita molto il lavoro ma tutto il procedimento si può eseguire tranquillamente anche a mano, su una spianatoia, ponendo però molta attenzione nell’inserimento dei grassi (burro e pesto).  
A impasti completati formare due panetti e metterli a riposare in due ciotole leggermente unte, coperti da pellicola o telo plastificato per alimenti, e lasciarli riposare per 10 minuti circa. Riporre il tutto in frigorifero a 4°C e lasciare “maturare” per 12 ore.

Trascorso il tempo di maturazione, riprendere gli impasti e, dopo averli portati a temperatura ambiente per un’ora circa, lasciare lievitare in luogo caldo e umido (il forno portato a 25° e spento con un pentolino di acqua calda può andare bene) fino a quasi il raddoppio. Riprendere quindi gli impasti e, sulla spianatoia, formare dei cilindri di pasta della lunghezza dello stampo, formare una treccia a due cilindri (uno per tipo) e trasferirli nello stampo. Coprire di nuovo con pellicola o telo plastificato e lasciare lievitare, sempre in luogo caldo e umido, fino al bordo dello stampo. 

Lucidate con l’uovo sbattuto e infornate a 180° per 45 minuti circa. Lasciare intiepidire, sformare e far raffreddare il pane su una griglia.



NB: la quantità di liquido (latte) può variare in base alla “forza” della farina (W) e all’umidità della stessa e dell’ambiente circostante. Tempi di cottura e temperature possono variare in base alla tipologia del forno.



Grazie per essere passato. Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione sull'articolo quindi, se ti va, lascia un commento. Se vuoi lasciare anche un like come segno di apprezzamento mi faresti felice. A presto.


mercoledì 7 febbraio 2018

Il macco di fave, un confort food tutto siciliano.


Le minestre, in inverno, sono il confort food per eccellenza… almeno a casa mia! Che siano in brodo, di verdure o legumi poco importa, l’importante è che siano calde e saporite.

“Eccheve che vordì “Nonna Minestra”:
‘na gioia antica che s’è fatta rara,
‘na cosa tera tera, ‘na scolara
che nun sapeva d’esse ‘na maestra.”
(cit.)

La loro bontà è stata decantata perfino dal grande Aldo Fabrizi nel libro “Nonna minestra” e le regioni d’Italia (tutte le regioni) hanno una grande tradizione di minestre e zuppe. Per la Giornata Nazionale della Cucina Siciliana secondo Il Calendario del Cibo Italiano cosa meglio di una minestra di fave potevo scegliere? Per la precisione parliamo del macco di fave nella sua versione arricchita dal gusto e dal colore del pomodoro. Buona, calda e rincuorante è uno di quei piatti che fanno parte della grande storia della cucina povera siciliana ma che risale già ai tempi degli antichi Romani, ed è costituito principalmente da fave secche sgusciate e ammollate e tanto finocchietto selvatico. Il suo nome, “maccu”, significa “schiacciare, ridurre in poltiglia” ed è proprio cosi che si prepara, schiacciando man mano in cottura le fave. La ricetta che leggerete sotto è tratta da “La cucina siciliana in 1000 ricette” edito da Newton Compton Editori. E adesso… buon appetito!







Macco con finocchietto e pomodoro

Tempo di preparazione: 2 ore e 30 minuti circa

Ingredienti (per 2 persone):

200 g di fave secche decorticate
100 g di spaghetti spezzati
2 pomodori maturi
½ cipolla
½ mazzetto di finocchietto selvatico
5 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Sale
Peperoncino (o pepe nero macinato fresco)

Preparazione

Mettete in ammollo le fave in acqua fredda per 12 ore, sciacquatele e trasferitele in un tegame con abbondante acqua, sempre fredda, e portate a bollore. Pulire, lavare, tagliuzzare il finocchietto ed aggiungerlo alle fave. Coprire
e cuocere, per circa 2 ore, a fiamma moderata, mescolando e
schiacciando ogni tanto i legumi. In una padella a parte, fate appassire la cipolla tritata con l’olio, unite i pomodori pelati, privati dei semi e tagliati a pezzettini, un pizzico di sale e un pezzetto di peperoncino (o pepe nero) e lasciare cuocere per 5 minuti. Unire la salsa ottenuta ai legumi regolando di sale, versare gli spaghetti e portare il tutto a cottura mescolando spesso in modo che non si attacchi al fondo della pentola. Se il liquido di cottura è insufficiente, aggiungere poca acqua alla volta rigorosamente calda. A cottura ultimata irrorare la minestra con l’olio e servire caldo.

Rif.: “Nonna Minestra” di Aldo Fabrizi, Arnoldo Mondadori Editore 1974; “La cucina siciliana in 1000 ricette” di Alba Allotta, Newton Compton Editori s.r.l. 2017.





Grazie per essere passato. Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione sull'articolo quindi, se ti va, lascia un commento. Se vuoi lasciare anche un like come segno di apprezzamento mi faresti felice. A presto.

sabato 29 luglio 2017

La caponata: a casa mia si fa così.

I piatti tradizionali italiani sono sempre ricchi di storia, ingredienti ma soprattutto di bontà, a maggior ragione se si parla di piatti di verdure, estive in questo caso. E cosa c’è di più estivo di una caponata? La sua origine è siciliana e già nell’isola le versioni sono tantissime: palermitana, messinese, trapanese, agrigentina, catanese… insomma, ogni città ha la sua. Con il sedano o senza, con il pomodoro passato oppure a pezzi, alcuni usano pinoli e uvetta altri solo mandorle, qualche versione comprende diversi tipi di verdure invece in altre ci sono solo melanzane. Tutte però sono d’accordo su una cosa: la salsa agrodolce non deve mancare. Nella Giornata Nazionale del Calendario del Cibo Italiano dedicata proprio a questa bontà, io vi propongo la mia di versione, che è una fusione di tutto quello che è la caponata siciliana in generale ma con un’aggiunta che, secondo me, dà quel tocco in più ad un piatto che davvero è uno dei simboli di una terra ricca e solare come la Sicilia.




La mia caponata

Ingredienti (per 4 persone)

1 melanzana grande
4 zucchine
1 cipolla di Tropea
50 g di capperi sotto sale
6 o 7 olive verdi
25 g di pinoli
25 gr di uva passa
2 pomodori ramati
¼ di bicchiere di aceto bianco
1 cucchiaio abbondante di zucchero semolato
½ cucchiaio di cacao amaro
Qualche foglia di basilico
Sale, olio evo

Procedimento


Lavare e tagliare la melanzana a cubetti e immergerla in un recipiente colmo di acqua salata, facendo in modo che i cubetti siano completamente immersi magari ponendoci sopra un piatto, per un’ora (questa operazione farà sì che la melanzana perda la sua
parte amara senza che si scurisca). Tagliare allo stesso modo anche le zucchine e tenetele da parte. Nel frattempo dissalate i capperi mettendoli a bagno in acqua fredda, snocciolate le olive e tagliatele a filetti, tagliate la cipolla a fettine sottili. Eliminate pelle e semi dei pomodori e riducete la polpa a dadini. Estrarre dall’acqua le melanzane strizzandole per eliminare l’acqua e asciugarle con un canovaccio pulito. 
Friggere separatamente in olio melanzane e zucchine lasciando queste ultime al dente e tenendo tutto da parte. In una padella capiente sfumare la cipolla con un filo di olio e un pizzico di sale, aggiungere pomodori, capperi, olive e lasciare rosolare il tutto. Aggiungere lo zucchero e lasciare caramellare un paio di minuti. Versare l’aceto lasciandolo evaporare, spolverizzare di cacao amalgamando in modo che non si formino grumi e aggiustare di sale se necessario. Unire melanzane e zucchine lasciando insaporire a fuoco basso e mescolando delicatamente ogni tanto per non far attaccare il fondo di cottura. Cospargere di basilico tritato e spegnere la fiamma. 
Servire tiepido o freddo.





Grazie per essere passato. Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione sull'articolo quindi, se ti va, lascia un commento. Se vuoi lasciare anche un like come segno di apprezzamento mi faresti felice. A presto.